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Abbiamo l'onore di proporvi un caffè prodotto dalle migliori marche di caffè presenti in commercio: nomi e miscele che fanno la storia e il presente della torrefazione in Italia. Che siano in miscela o in purezza, arabica o robusta, in capsule o in filtri, vi proponiamo una vastissima gamma di prodotti pronta a soddisfare ogni palato. Tutto il nostro lavoro si concentra sulla selezione delle aziende e dei loro prodotti che debbono rispondere a standard tecnici, ambientali e sociali che ci siamo fissati come azienda.
Piccolo albero delle Rubiacee, coltivato nelle regioni tropicali per i suoi semi che, torrefatti e macinati, servono a preparare una bevanda (infuso) tonica per il suo contenuto di caffeina; l'aroma caratteristico è dato dal caffeone, sostanza oleosa che si forma nella torrefazione; il caffè è originario dell'Etiopia; è stato introdotto in America nel 1718 ed il maggiore produttore è il Brasile.
L'uso della bevanda fu introdotto in Europa nel XVI secolo dai veneziani.
La specie che è stata usata per prima è Coffea arabica, una pianta originaria dell'Etiopia (dove il caffè viene chiamato buna), del Sudan sud-orientale e del Kenya settentrionale e in seguito diffusasi nello Yemen, luogo in cui, peraltro, si ebbero le prime tracce storiche del consumo della bevanda, nel lontano 1450 tra i seguaci del sufismo.
I semi di Coffea arabica hanno un contenuto di caffeina molto inferiore a quelli delle altre specie di larga diffusione e rispetto alle altre specie è autoimpollinante, cioè autogama e inoltre predilige coltivazioni ad alta quota (tra 1000 e 2000 metri). La coltivazione di Coffea arabica fuori dei territori d'origine è iniziata molto presto, come ad esempio in Indonesia nel 1699.
Molto coltivata oggi è Coffea robusta (o Coffea canephora, nome considerato scientificamente più corretto ma poco usato commercialmente). È una specie originaria dell'Africa tropicale, tra l'Uganda e la Guinea, molto adattabile (cresce anche a quote inferiori ai 700 metri) e perciò più economica. La sua coltivazione è iniziata solo nell'Ottocento. È una pianta allogama, quindi richiede impollinazioni incrociate che la possono differenziare geneticamente con più facilità rispetto alla arabica.
Tra le specie di coltura meno diffusa, la più importante è Coffea liberica, originaria della Liberia e coltivata, oltre che in Africa occidentale, soprattutto in Indonesia e nelle Filippine.
Nel 1903 è stata scoperta in Africa una nuova specie di alberi del caffè, battezzata con il nome di Coffea excelsa. Tuttavia, successivamente, i botanici hanno ritenuto che questa specie fosse in realtà solo una varietà di Coffea liberica e il suo nome scientifico corretto è quindi Coffea liberica vardewevrei.
La varietà continua a essere chiamata Excelsa da coltivatori e commerciali e viene considerata molto promettente.
Per renderti semplice comprendere la distinzione tra cialda e capsula, abbiamo pensato di differenziare la forma, il materiale di produzione, il metodo di produzione e l’impatto ambientale.
Vediamo nel dettaglio la forma ed il materiale di cui sono composte le cialde e le capsule:
• Le capsule di caffè sono fatte solitamente di materiale plastico o di alluminio ed assumono una forma cilindrica.
• Le cialde di caffè sono ideate in carta filtrante, due strati di cellulosa quindi biodegradabile che rispetta l’ambiente e non influisce minimamente sul sapore del tuo caffè.
Vi siete mai chiesti come vengono prodotte cialde e capsule? Ecco il processo di produzione di entrambe:
• La capsula di caffè viene confezionata in atmosfera protetta in modo tale da permettere al caffè di mantenere intatte tutte le proprietà organolettiche; anche il solo materiale plastico è capace di auto proteggere il caffè all’interno, che solitamente corrisponde a 5-7 grammi.
Ad essere garantite dalla capsula, non sono solo le proprietà, ma anche l’igiene in quanto ogni tipo di attacco da agenti esterni (calore, aria, umidità ) è sventato dalla confezione che può essere sia monodose che multipla, aspetto importante per risparmiare e non sprecare caffè.
• La cialda di caffè è sempre realizzata in linea monodose ed il filtro è riempito da 7 grammi di caffè macinato e pressato per realizzare la forma appiattita della cialda. Anch’esse sono realizzate in atmosfera protetta e chiuse in maniera che niente possa entrare e andare a distruggere le proprietà possedute dal caffè; odore, aroma, sapore e note organolettiche sono quindi conservate e si riversano pienamente nella tazzina al momento della degustazione.
È impensabile che una così grande quantità di capsule e cialde utilizzate in Italia e nel mondo, non abbia un minimo di impatto ambientale; ma come ogni cosa, se trattata e smaltita a dovere, l’ambiente sarà al sicuro dall’inquinamento. Facciamo una distinzione:
• Le capsule composte da alluminio o plastica non sono riciclabili, in quanto contengono sia alluminio o plastica che caffè. Recentemente, molte aziende stanno cercando di adottare materiali biodegradabili che renderebbero la capsula facilmente smaltibile e a bassissimo impatto ambientale.
• Le cialde sono composte da carta e quindi devono essere gettate nell’umido, in modo tale che esse possano essere riciclate.
Per degustare un espresso bisogna innanzitutto essere consapevoli di tutte le sfumature racchiuse in una tazzina di caffè: aroma, profumo, colore, corpo e carattere del caffè.
Per apprezzare un buon caffè bisogna affinare i nostri sensi come il guardare. Si guarda soprattutto la cremosità.
Quella dell'espresso perfetto dev'essere alta 3-4 mm, dal color nocciola che deve tendere verso tonalità più intense.
La crema deve essere consistente, elastica e permanente, se la si sposta con un cucchiaino creando un foro esso si deve richiudere nel giro di qualche secondo.
Il caffè va annusato avvicinando la tazzina al naso e, inspirando profondamente per qualche secondo, si può sentire l'intensità aromatica del caffè e oltre al tostato si possono avvertire i profumi freschi come il gelsomino, la mandorla, il cioccolato, il pan tostato.
E infine il caffè va gustato. Sorseggiare una tazzina di caffè lasciandolo defluire per tutto il cavo orale. Dalle papille gustative le sensazioni arrivano al cervello e si possono sentire tutte le sfumature che formano l'equilibrio tra i sapori e la giusta armonia di amaro e dolce. Il primo sorso ci racconta l'equilibrio del caffè: in particolare se ne sente il corpo, ovvero quella sensazione di piacevole rotondità e cremosità. Una volta deglutito si può avvertire in bocca la sensazione di astringenza che non deve essere mai elevata in un buon espresso. Dopo l'assaggio il caffè ci fa vivere una seconda ondata di aromi: la percezione retronasale restituisce nuovi aromi più decisivi, come il pantostato, il cioccolato, la vaniglia. È ciò che nel linguaggio comune chiamiamo impropriamente "sapore": quella sensazione che rimane a lungo dopo aver bevuto un buon espresso.
Abbiamo l'onore di proporvi un orzo prodotto dalle migliori marche presenti in commercio. Che siano in capsule o cialde, vi proponiamo una gamma di prodotti pronta a soddisfare ogni palato.
Tutto il nostro lavoro si concentra sulla selezione delle aziende e dei loro prodotti che debbono rispondere a standard tecnici, ambientali e sociali che ci siamo fissati come azienda.
Energizzante, salutare e buono: il caffè d’orzo fin dall’antica Grecia veniva utilizzato per stimolare il pensiero e l’esercizio fisico. Ma col tempo si è scoperto che i motivi per berlo sono davvero tanti!
Il caffè d’orzo possiede tutti i valori nutrizionali dell’orzo tostato ed è quindi, una bevanda molto interessante e con moltissimi benefici per il nostro organismo.
L’orzo è ricco di amido, uno zucchero semplice che il nostro corpo assimila facilmente dandoci subito una ricarica extra di energia! Contiene una sostanza in grado di rallentare l’assorbimento dei carboidrati riuscendo ad abbassare il tasso glicemico nel sangue. Grazie alla presenza della mucillagine favorisce la regolarità intestinale, è adatto a tutte le diete, ma soprattutto può contribuire a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Contiene Vitamina A, B, E, PP e svariati minerali: fosforo, potassio, magnesio, ferro, calcio e non avendo caffeina, è libero da molte controindicazioni tipiche del caffè, prima di tutto, sulla quantità assumibile e poi… lo possono bere tutti, dai bambini agli anziani! L’orzo è un cereale che contiene glutine, quindi non è un alimento indicato per i celiaci.
Nella Grecia del 400 a.C., la bevanda d’orzo conobbe un momento di grande fama grazie a Ippocrate, padre della medicina moderna: egli si nutriva, insieme ai suoi allievi, di una sorta di decotto d’orzo che lo aiutava a sentirsi più energico e concentrato durante le sue lunghe giornate di studio. Intuizione decisamente acuta, e che 2000 anni dopo la medicina confermerà.
La storia del caffè d’orzo tocca anche il glorioso Impero Romano: i gladiatori erano costantemente nutriti di orzo e bevande da lui derivate poiché scoprirono che accellerava il recupero muscolare dopo le estenuanti battaglie.
Il caffè d'orzo, così come lo conosciamo oggi, è un'invenzione italiana, la sua nascita va fatta risalire al periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando non tutti potevano permettersi di comprare il caffè il cui prezzo era salito notevolmente a causa dei blocchi doganali imposti dal fascismo.
La sua diffusione in Italia è molto ampia, ha una minore diffusione anche nel resto del mondo, per esempio nei Paesi di lingua anglosassone dove è chiamato ‘barleycup’, oppure in Spagna e in Sud America dove è conosciuto come ‘cafè de cebada’, in Giappone dove si chiama ‘mugicha’, o ancora in Svizzera e in Nuova Zelanda.
Per renderti semplice comprendere la distinzione tra cialda e capsula, abbiamo pensato di differenziare la forma, il materiale di produzione, il metodo di produzione e l’impatto ambientale.
Vediamo nel dettaglio la forma ed il materiale di cui sono composte le cialde e le capsule:
• Le capsule di caffè sono fatte solitamente di materiale plastico o di alluminio ed assumono una forma cilindrica.
• Le cialde di caffè sono ideate in carta filtrante, due strati di cellulosa quindi biodegradabile che rispetta l’ambiente e non influisce minimamente sul sapore del tuo caffè.
Vi siete mai chiesti come vengono prodotte cialde e capsule? Ecco il processo di produzione di entrambe:
• La capsula di caffè viene confezionata in atmosfera protetta in modo tale da permettere al caffè di mantenere intatte tutte le proprietà organolettiche; anche il solo materiale plastico è capace di auto proteggere il caffè all’interno, che solitamente corrisponde a 5-7 grammi.
Ad essere garantite dalla capsula, non sono solo le proprietà, ma anche l’igiene in quanto ogni tipo di attacco da agenti esterni (calore, aria, umidità ) è sventato dalla confezione che può essere sia monodose che multipla, aspetto importante per risparmiare e non sprecare caffè.
• La cialda di caffè è sempre realizzata in linea monodose ed il filtro è riempito da 7 grammi di caffè macinato e pressato per realizzare la forma appiattita della cialda. Anch’esse sono realizzate in atmosfera protetta e chiuse in maniera che niente possa entrare e andare a distruggere le proprietà possedute dal caffè; odore, aroma, sapore e note organolettiche sono quindi conservate e si riversano pienamente nella tazzina al momento della degustazione.
È impensabile che una così grande quantità di capsule e cialde utilizzate in Italia e nel mondo, non abbia un minimo di impatto ambientale; ma come ogni cosa, se trattata e smaltita a dovere, l’ambiente sarà al sicuro dall’inquinamento. Facciamo una distinzione:
• Le capsule composte da alluminio o plastica non sono riciclabili, in quanto contengono sia alluminio o plastica che caffè. Recentemente, molte aziende stanno cercando di adottare materiali biodegradabili che renderebbero la capsula facilmente smaltibile e a bassissimo impatto ambientale.
• Le cialde sono composte da carta e quindi devono essere gettate nell’umido, in modo tale che esse possano essere riciclate.
Che sia in capsule o cialde, vi proponiamo una varietà di Caffè al Ginseng pronta a soddisfare ogni palato. Tutto il nostro lavoro si concentra sulla selezione delle aziende e dei loro prodotti che debbono rispondere a standard tecnici, ambientali e sociali che ci siamo fissati come azienda.
Grazie al suo contenuto di caffeina, il caffè nero è considerata una bevanda piuttosto energizzante e stimolante. Da qualche anno però, al fine di enfatizzarne la capacità tonica, è stata ideata la miscelazione del caffè nero con il ginseng; il risultato è una bevanda chiamata Caffè al Ginseng. Il caffè al ginseng viene prodotto infondendo i chicchi o la polvere di caffè con la radice della Panax quinquefolius (ginseng americano). Si ipotizza che, bevendo con regolarità il caffè al ginseng, si possano raggiungere diversi benefici di tipo salutistico; tra questi: l'ottimizzazione della pressione sanguigna, una maggiore concentrazione, il miglioramento della prestazione fisica, l'incremento della libido, la promozione del sistema immunitario, ecc.
Si ritiene che i prodotti al ginseng vantino un certo potenziale afrodisiaco, ma tale aspetto non è stato dimostrato scientificamente.
In occidente, l'uso più comune del caffè al ginseng è finalizzato alla stimolazione delle funzioni mentali. Infatti, le persone che bevono il caffè al ginseng avvertono una maggior lucidità, reattività e vigilanza rispetto alla bevanda tradizionale; qualcuno dichiara anche un effetto positivo sulla fissazione della memoria.
Il caffè al ginseng dovrebbe favorire anche la circolazione sanguigna, grazie all'effetto vasodilatatore di certe molecole in esso contenute; se così fosse, tale caratteristica potrebbe risultare benefica alle persone che soffrono di ipertensione arteriosa.
Alcuni promotori del caffè al ginseng sostengono che la bevanda possa aiutare a migliorare il sistema immunitario; in tal caso, pare che la ricerca scientifica ne abbia confermato l'efficacia.
I primi usi del ginseng sono documentati in Cina, dove la radice è protagonista di numerose leggende: gli antichi cinesi credevano che il ginseng migliore si ottenesse quando la radice veniva colta a mezzanotte, durante le notti di luna piena. Le modalità di consumo di questa radice miracolosa sono state fin dall’antichità numerosissime: da chi la masticava allo stato puro per ore, a chi ne assumeva l’estratto liquido. Erano poi diffuse le polveri di ginseng: e qui la nostra storia si avvicina alla bevanda moderna che spesso consumiamo. La radice di ginseng ridotta in polvere veniva infatti sciolta nel tè bollente, ottenendo un infuso dalle numerose proprietà benefiche che univa i principi attivi del ginseng e della teina. Esattamente quello che avviene nella ricetta del caffè al ginseng: teina e caffeina sono infatti la stessa molecola, chiamata in modi diversi semplicemente per indicarne la pianta di provenienza! Il caffè al ginseng è in effetti il discendente europeo delle antiche bevande asiatiche, adattato al gusto di noi occidentali.
Per renderti semplice comprendere la distinzione tra cialda e capsula, abbiamo pensato di differenziare la forma, il materiale di produzione, il metodo di produzione e l’impatto ambientale.
Forma e materiale
Vediamo nel dettaglio la forma ed il materiale di cui sono composte le cialde e le capsule:
• Le capsule di caffè sono fatte solitamente di materiale plastico o di alluminio ed assumono una forma cilindrica.
• Le cialde di caffè sono ideate in carta filtrante, due strati di cellulosa quindi biodegradabile che rispetta l’ambiente e non influisce minimamente sul sapore del tuo caffè.
Vi siete mai chiesti come vengono prodotte cialde e capsule? Ecco il processo di produzione di entrambe:
• La capsula di caffè viene confezionata in atmosfera protetta in modo tale da permettere al caffè di mantenere intatte tutte le proprietà organolettiche; anche il solo materiale plastico è capace di auto proteggere il caffè all’interno, che solitamente corrisponde a 5-7 grammi.
Ad essere garantite dalla capsula, non sono solo le proprietà, ma anche l’igiene in quanto ogni tipo di attacco da agenti esterni (calore, aria, umidità ) è sventato dalla confezione che può essere sia monodose che multipla, aspetto importante per risparmiare e non sprecare caffè.
• La cialda di caffè è sempre realizzata in linea monodose ed il filtro è riempito da 7 grammi di caffè macinato e pressato per realizzare la forma appiattita della cialda. Anch’esse sono realizzate in atmosfera protetta e chiuse in maniera che niente possa entrare e andare a distruggere le proprietà possedute dal caffè; odore, aroma, sapore e note organolettiche sono quindi conservate e si riversano pienamente nella tazzina al momento della degustazione.
È impensabile che una così grande quantità di capsule e cialde utilizzate in Italia e nel mondo, non abbia un minimo di impatto ambientale; ma come ogni cosa, se trattata e smaltita a dovere, l’ambiente sarà al sicuro dall’inquinamento. Facciamo una distinzione:
• Le capsule composte da alluminio o plastica non sono riciclabili, in quanto contengono sia alluminio o plastica che caffè. Recentemente, molte aziende stanno cercando di adottare materiali biodegradabili che renderebbero la capsula facilmente smaltibile e a bassissimo impatto ambientale.
• Le cialde sono composte da carta e quindi devono essere gettate nell’umido, in modo tale che esse possano essere riciclate.
Vi proponiamo due grandi marche Caffè Toscano e Segafredo per il nostro Tè Solubile in Capsule. Tutto il nostro lavoro si concentra sulla selezione delle aziende e dei loro prodotti che debbono rispondere a standard tecnici, ambientali e sociali che ci siamo fissati come azienda.
Il tè non è una bevanda “solo” buona, ma anche benefica, al punto di potere essere considerato un vero e proprio medicinale naturale. Contiene Bio-flavonoidi (detti anche vitamina P): sostanze antiossidanti capaci di contrastare la diffusione dei radicali liberi e quindi l’invecchiamento cellulare. Al tal proposito un’equipe di oncologi nipponici ha studiato questo strano paradosso: i giapponesi, pur essendo uno dei popoli con più alta percentuale di fumatori, ha un tasso di tumori ai polmoni estremamente basso. Il merito sarebbe dell’Egcg (epigallocatechina), un polifenolo contenuto soprattutto nel tè verde, che sembra rallenti la diffusione delle cellule tumorali e che costituisce una tra le più sorprendenti proprietà del tè.
Ma i flavonoidi, grazie alle loro virtù antiossidanti, agiscono sull’intero organismo: proteggendo il sistema cardiovascolare, riducono notevolmente il rischio di infarto, di ipertensione e di arteriosclerosi. Vitamina E, vitamina C e vitamine del gruppo B sono presenti in tutti i tipi di tè, in grande quantità, sono indispensabili per il buon funzionamento dell’organismo ed efficaci nel riparare, tra gli altri, i danni causati dal fumo e dall’inquinamento.
Quando si parla di proprietà del tè, ci si riferisce spesso alla presenza di aminoacidi (come la Teanina) che hanno una azione rilassante. Il tè infatti, al contrario del caffè, pur essendo uno stimolante che favorisce la concentrazione, non provoca agitazione. Anzi, è capace di rilassare senza causare sonnolenza!
La storia del tè ha origini molto antiche (probabilmente intorno al III secolo) e risale alla Cina, dove inizialmente era utilizzato come medicinale. In particolare, furono i monaci buddhisti a contribuire alla sua diffusione, utilizzandolo come tonico e come bevanda rituale.
Le origini del tè come bevanda si perdono tra storia e mito. Ancora oggi si narra che il tè sia stato bevuto per la prima volta addirittura quasi 5.000 anni fa. Un’antica leggenda, infatti, racconta che l’imperatore cinese Chen Nung, seduto a riposare proprio all’ombra di un albero di tè, stesse per bere la sua consueta tazza di acqua bollita, così trattata per purificarla, quando una leggera brezza lasciò cadere nella tazza alcune foglie di tè. Il suo fedele servitore si affrettò per prendere la tazza e cambiare l’acqua ma l’imperatore lo fermò: “da ciò che il cielo ci manda nasce l’armonia in noi”. E bevve da quella tazza. Subito una sensazione di benessere lo pervase inaspettatamente, tanto che da quel giorno prescrisse a tutti i sudditi di consumare quella preziosa bevanda che oggi chiamiamo tè.
Secondo un’altra leggenda, che risale agli Indiani, invece, a scoprire il tè fu Bodhidarma, il figlio del re delle Indie Kosjuwo. Il principe, secondo questa storia mitica, si spinse fino in Cina per raggiungere il regno Wei del Nord, predicando il buddismo, la cultura dello spirito e la meditazione, indispensabili per la salute dell’anima. Bodhidarama aveva fatto un voto: per tutta la durata della sua meditazione, ben 7 anni, non avrebbe dovuto dormire, ma dopo il quinto anno un senso di profonda stanchezza cominciò a incombere. Così il principe, per non addormentarsi, d’istinto raccolse delle foglie da un cespuglio e cominciò a masticarle, trovandone immediatamente giovamento. Era il tè!
Al di là dei miti e delle leggende, la storia del tè, come dicevamo, risale al III secolo, quando in Cina era utilizzato come medicinale. Fu poi sotto la dinastia Chow (206 a.C.) che se ne apprezzarono anche le proprietà dissetanti ed energetiche, mentre sotto la dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.) s’incominciò a coltivare la pianta del tè.
La diffusione del tè in larga parte della Cina risale poi all’epoca Tang (618-907 d.C.) e nello stesso periodo Lu Yu scrisse Cha Jing, il Canone del tè, il primo e più completo trattato sul tè. In questo periodo storico il tè veniva ancora macinato e bollito mentre sotto la dinastia Song (960-1279 d.C.) le foglie cominciarono ad essere ridotte ad una polvere molto fine e il tè conobbe grandissima diffusione. Ecco perché quest’epoca è nota come l’Età d’oro del tè.
All’epoca della dinastia Tang, inoltre, il tè cominciò a varcare i confini cinesi e a conoscere nuove terre: il Giappone, la Corea e il Medio Oriente. In Occidente giunse nel XVII secolo e furono, con molta probabilità, i Portoghesi a portarlo da noi. Tuttavia, la prima importazione di cui abbiamo testimonianza storica appartiene alla nota Compagnia delle Indie, approdando prima in Francia e nei Paesi Bassi e poi in tutta Europa.
Oggi il tè è diffuso in tutto il mondo, è una bevanda particolarmente amata e apprezzata per il suo sapore, il suo rituale ed anche le eccellenti proprietà benefiche.
Le Macchine per Caffè che vi invitiamo ad usare non sono prodotte all'estero, magari costruite con materiali scadenti spesso tossici e distribuite sul mercato per pochi euro, perché il modello "usa e getta", o la logica del prezzo stracciato a discapito della salute non ci appartengono; vogliamo offrire il meglio al giusto prezzo, non tutto a tutti i costi. Abbiamo scelto aziende e artigiani che la pensano come noi: realtà che hanno come comune denominatore il rispetto delle regole, del lavoro, la cura per il dettaglio e la considerazione ed il riguardo verso i clienti.
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